Affitti brevi

Cosa sono gli affitti brevi

L’affitto breve è la tipologia di contratto temporaneo che prevede una locazione di durata inferiore rispetto all’affitto tradizionale. Indicativamente, tutti gli affitti di durata non superiore ai 18 mesi rientrano nella definizione di locazione breve, che tuttavia a sua volta presenta due principali sottocategorie:

  • l’affitto turistico, che arriva a un massimo di 30 giorni
  • l’affitto transitorio, che generalmente ha durata superiore a 30 giorni ma che non supera mai i 18 mesi.

L’affitto breve negli ultimi anni è diventato un fenomeno di costume come tutte le manifestazioni di sharing economy ed è nato principalmente per far fronte a varie esigenze. È infatti la soluzione più amata da chi viaggia per turismo e vuole sentirsi a casa anche fuori città, ma negli ultimi tempi il target si è ampliato considerevolmente. È arrivato a includere anche lavoratori e studenti fuori sede, pazienti in cura presso gli ospedali e altre tipologie di utenti.

Grazie all’affitto a breve termine, un appartamento può anche trasformarsi in una struttura ricettiva, e quindi diventare un’importante fonte di reddito per i proprietari. Nel dettaglio, per struttura ricettiva si intende un immobile la cui funzione principale non è più l’uso abitativo ma diventa un uso puramente ricettivo, ovvero “accogliere” i viaggiatori. In questo caso si parla di casa vacanza ​(CAV).

I vantaggi degli affitti brevi

Da un punto di vista economico la locazione breve rappresenta una grande opportunità per gli italiani proprio per la loro natura di proprietari di immobili che, spesso, hanno più di un’unica casa di proprietà.

Questa tipologia di affitto consente infatti di incrementare il ritorno sull’investimento portando il rendimento dell’immobile fino al 7%, o comunque nella maggior parte dei casi, permette di coprire i costi che un immobile genera anche se inutilizzato.

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