Arte e Cultura

Brindisi romana e il Teatro Verdi

Brindisi

San Pietro degli Schiavoni

Un’ importante testimonianza del periodo romano è l’Area Archeologica di San Pietro degli Schiavoni. Il sito si trova al di sotto del Nuovo Teatro Comunale Verdi, nel centro storico della città. Il quartiere, che rappresenta un autentico spaccato della Brindisi romana, prende il nome dalla presenza in zona di una chiesa del seicento dedicata al santo, ma della quale oggi non rimane traccia.

La scoperta e il Teatro Verdi

La scoperta archeologica è avvenuta in concomitanza con una serie di lavori di sbancamento del terreno agli inizi degli anni ‘60, lavori durante i quali parte delle mura della antica città romana vennero distrutti.
Dopo l’intervento di archeologi il progetto che prevedeva la costruzione del Palazzo di Giustizia fu sostituito dalla costruzione del Teatro Verdi, struttura in acciaio capace di 1700 posti.
La costruzione sospesa sugli scavi archeologici ha permesso una migliore conservazione dell’area e li ha resi accessibili al pubblico.

Il Sito romano

L’area di circa 4.800 metri quadrati rappresenta un quartiere della città romana attraversato da una strada basolata con resti di domus e un impianto termale. Gli edifici erano riconducibili a domus private, caratterizzati da pavimenti a mosaico pregiato o in mattonelle poste a spina di pesce, questo nella parte est della strada. Quelli della parte ovest presentano pavimenti più semplici e probabilmente erano spazi destinati ad edifici pubblici, magazzini e botteghe.

Le terme

Nel settore sud-orientale dell’area si può ammirare una parte dell’antico complesso termale costruito alla fine del I sec. a.C. Attualmente può riconoscersi il frigidarium nel vano con vasca semicircolare. Il calidarium era direttamente servito dal praefurnium. 
Il calore immesso circolava nel sottopavimento attraverso suspensurae costituite da pilastrini formati da mattoni quadrangolari e circolari. Il rinvenimento di alcune monete all’interno dell’ambiente consente di fissare l’ultima fase della costruzione del complesso al IV secolo d.C.”

La domus

Nel settore nord-orientale è stato messo in luce un vasto ambiente con pavimento di marmo decorato, attribuito ad un edificio di culto paleocristiano, che si è sovrapposto ad una domus di età romana. Anche se la domus meglio conservata si trova nella zona centrale del sito, qui il pavimento a mosaico a tessere bianche delimitate da una fascia di tessere nere è databile tra la fine del I secolo a.C. Si tratta certamente di una abitazione patrizia: i numerosi oggetti ritrovati durante le varie fasi dello scavo (sculture marmoree, ornamenti e ceramiche) si trovano al Museo Provinciale Ribezzo.



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