Alle spalle del papa che la benediva stavano i conquistatori Normanni che la finanziarono nel contetso della loro politica di espansione verso oriente.
Brindisi con loro riconquistava il suo ruolo quello che gli aveva assegnato l’Impero romano – di caposcalo delle rotte al Levante, passaggio obbligato di quanti volevano raggiungere Gerusalemme. Fu qui che Ruggero venne incoronato Re di Sicilia nel 1191, primo dei re dei Normanni a svolgere una cerimonia del genere fuori da Palermo.
La Basilica intitolata alla Visitazione e San Giovanni Battista è stata gravemente danneggiata dal terremoto del del 1743. Della costruzione originale è rimasto solo l’impianto, molto simile a quello della Basilica di San Nicola di Bari e la facciata che segue l’impronta di quella originale.
Tracce dell’originario aspetto romanico rimangano nell'abside esterna costruita tra il 1089 e il 1132, e nelle colonne romane del tempio di Apollo e Diana precedute da un arco a sesto acuto sul quale si erge il campanile barocco edificato nel Settecento.
Il timpano realizzato invece negli anni Venti dello scorso secolo è stato di recente adornato con statue, raffiguranti però San Leucio, San Teodoro d’Amasea, San Lorenzo da Brindisi e San Giustino de Jacobis. Accanto alla Cattedrale si innalza oggi un possente campanile ultimato nel 1795 che svetta sulla piazza circostante di rara bellezza.
Con le sue tre navate a croce latina, l’interno offre uno spettacolo mozzafiato: altari dorati e marmo policromo nella Cappella del Santissimo Sacramento, pavimenti maiolicati e pregevoli reperti musivi dell'antico pavimento realizzato nel 1178 con tipiche decorazioni zoomorfe. Uno splendido coro ligneo in noce del XVI secolo, ed sull’altare maggiore un prezioso paliotto d’argento a sbalzo, circondato ai da due pregiate tele con raffiguranti il Martirio di San Pelino e la Predicazione di San Leucio di Oronzo Tiso.
È in questa Cattedrale, prossima alle banchine del porto, che si riunivano in preghiera i crociati prima di salpare verso la Terra Santa.
I segni della sua secolare presenza nella via dei pellegrini, che da Roma portava a Gerusalemme, sono nelle reliquie che arricchiscono il suo tesoro: il braccio di San Giorgio, l'idria delle nozze di Cana, le reliquie di Teodoro d'Amasea, rendono la questo luogo immancabile. Teodoro era grandemente venerato nel Mediterraneo orientale; protettore dell'esercito bizantino, per secoli, dal IV sino alla traslazione delle sue reliquie a Brindisi nel XIII, aveva avuto in Turchia, il fulcro del suo culto.
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